Sala&Cucina

14 settembre 2017

Sala e Cucina sono parte di un corpo unico che si muove nella direzione di un Ospite da servire con precisione e leggerezza. Un Servizio autoreferenziale e macchinoso, invece, rischia di stancare e indisporre un cliente che è diverso rispetto a chi frequentava i ristoranti vent’anni fa; negli anni ‘90 le brigate di Sala e Cucina erano inquadrate e rigide, volte ad un pubblico molto formale e sempre attento all’etichetta. Oggi abbiamo spolverato e alleggerito un servizio che in Cucina e in Sala continua ad essere preciso e puntuale ma che si è liberato del fardello pesante del passato. Merito anche di un pubblico nuovo, aperto e disponibile.
I Cuochi e i Camerieri hanno maturato la certezza che è necessario creare relazioni amichevoli e professionali con l’obiettivo di cementare un rapporto e un gruppo, per essere in grado di vivere in maniera nuova il Ristorante Gastronomico contemporaneo.

Siamo costantemente alla ricerca di quel punto di equilibrio a cavallo tra la concentrazione e la leggerezza, condizione principe per raggiungere e superare un risultato dietro l’altro. Le gerarchie sono necessarie per poter contare sempre sul controllo di un gruppo, ma abbiamo capito che una squadra si comanda e si governa con rispetto e con amore, con buonsenso e con grande apertura.

E’ necessario aprire un fronte nei confronti dei più giovani che vanno abbracciati e messi nella condizione di sbagliare il meno possibile, per imparare ed essere un buon esempio per le generazioni che verranno. Abbiamo seppellito quel modello sbagliato fatto di insulti e violenza, che generava energia negativa e malumore.

Lasciate i più giovani liberi di sbagliare, e quindi di crescere.

Così come cresciamo noi, i più grandi, quando sbagliamo, ma ci arroghiamo il diritto di farlo senza che nessuno ci penalizzi. Dobbiamo avere il coraggio di sbagliare e quindi di essere liberi, liberi di fare, di rischiare, di provare. Liberi di fare futuro, perché il futuro è sempre dei più giovani, che cercano di superare e superarsi, perché e’ la natura che ce lo impone.