CamerieriSiDiventa!
tutto ruota attorno a gesti ben precisi, da ripetere due volte al giorno con la pazienza e la meticolosita’ di un samurai.
mi tolgo l’orologio e lo lascio sempre nello stesso e identico punto;
vado in bagno, accendo prima la luce principale e poi quella sullo specchio;
mi lavo i denti con pazienza e attenzione, e mi rinfresco il volto con acqua tiepida;
torno nella “mia stanza” e mi siedo;
lucido le scarpe, l’accessorio di culto per ogni Cameriere che si rispetti;
poi, scelgo l’abito, lo indosso rispettando sempre le solite regole, movimenti lenti e sempre uguali;
il pantalone, poi la camicia, la cravatta col nodo perfetto e perfettibile, la giacca, e infine sistemo la pochette;
un tocco uno, leggerissimo di X di CliveChristian.
spengo le luci.
prendo le chiavi e vado.
c’e’ sempre un’aria strana, una sensazione inspiegabile che mi accompagna:
sono attimi in cui molto velocemente riavvolgo il nastro e provo emozioni a cavallo tra la libidine, la paura, e la convinzione di entrare nel mio ambiente naturale.
sono nel mio mondo:
i bicchieri di Carlo Benvenuto, e la moquette che sembra toccarmi e raffreddare l’animo.
che ci sia un caldo torrido o un freddo polare io vesto il mio abito, le mie scarpe, la mia cravatta e sono in pace con me stesso.
inizia il Servizio:
una doppia pelle fatta di occhiate, sguardi e gesti veloci, sempre piu’ veloci.
ci capiamo al volo noi Camerieri e in un attimo sappiamo come riemergere da un mare di guai che annegherebbe chiunque.
e’ la nostra vita, e non vorremmo fare altro.
bagarre.
ordine assoluto in un casino senza precedenti che si ripete ogni volta.
e’ il nostro caos calmo, fatto da gente svelta, brillante, sorridente e puntuale.
ecco, se le sensazioni sono queste al ritorno dalle ferie, e se quel sadico godimento che ci spinge a desiderare di tornare in pista e’ sempre vivo, allora continueremo a ripetere come certosini quei gesti che tracciano i contorni di chi fa del Servire una vera e propria scelta di vita.
basso profilo e altssime prestazioni