sipario!
di Edmondo Berselli
fonte Repubblica
2008
«Perché Vasco, cioè il signor Rossi, 56 anni portati in modo disattento, incurante delle diete e del salutismo, scrive ancora come scrivono i ragazzini nei diari, con un diluvio di puntini di sospensione e di maiuscole, con i neretti e i corsivi, e magari con i punti esclamativi e gli struggenti cuoricini e fiorellini sulle “i”. E forse questo spiegherebbe la persistenza dell’amore dei fan lungo le generazioni.
Lui è lo sballato, quello che urlava del fegato spappolato e che voleva bruciare l’asilo, se la prendeva con il «negro» che gli aveva soffiato la conquista («la troia!») in discoteca, ma è anche il poetastro con la lacrima sul ciglio, che specula trasalendo su sentimentali immagini femminili, vedi una delle canzoni più amate, Sally, con la nostalgia per quando «la vita era più facile, e si potevano mangiare anche le fragole».
Pier Vittorio Tondelli aveva rintracciato in lui i segni di una genialità fisica: «la voce sguaiata da fumatore», i gesti da montanaro più che da artista canonizzato.
Ma nella fisicità di Vasco si può trovare soprattutto il segno di chi sa perdonare i propri eccessi, ed è tollerante con se stesso.
Sicché il suo pubblico, mentre lo adora e scandisce le canzoni a memoria, si sente compreso: il ripetuto, anzi costante, perdono del signor Rossi al divo Vasco è in fondo il perdono, la misericordia e la compassione che ciascuno di noi può concedere anche ai propri peccati, non importa se più modesti, meno spettacolari, ovviamente più sfigati.
Ecco, Vasco è così popolare perché non è un personaggio, è una persona che richiama irresistibilmente l’Italia profonda, la provincia, la normalità.»
(Edmondo Berselli)
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