Sogni&Sala!

Nella vita come in Sala, parlo per me sia chiaro, l’ossessione per le cose, che all’apparenza non contano, fa sempre la differenza. La via per non fermarsi e continuare a crescere si chiama maniacalità. Ripetere tutti i giorni con precisione e pazienza certosina: il tovagliolo nel piatto per portare le posate a cui addrizzare l’angolo; le bottiglie nel frigo con le etichette perfettamente allineate; i bicchieri posti tutti nello stesso ordine e guai a chi non fa lo stesso.

Questo è l’approccio per coltivare in maniera assoluta il proprio mestiere: camerieri non si nasce, Camerieri si diventa.

Ma, non basta.

Già, sono tanti i talenti (e che talenti!), persi tra le pieghe e gli squilli di tromba della propria strafottenza che si muovono in Sala manco fossero Dio. Vince chi condivide un progetto, sviluppa e programma un piano di lavoro, partecipa ancor di più se un Collega è in difficoltà, ed è sempre pronto ad accogliere un giovanissimo che va messo in condizione di sbagliare il meno possibile.

E’ solo allora che si compie il miracolo, e l’ossessione si traduce in un gesto da ripetere tutti i giorni con devozione e passione: passaggi che col tempo fanno danzare e decollare una brigata di Sala.

Gente che con uno sguardo si intende, si muove e va veloce.

Chi governa un gruppo di lavoro sa che gli spetta il compito piu’ difficile: spostare i paletti sempre un po’ piu’ in la, tenere alta la tensione e consentire a tutti di allentare la tensione con giudizio. E’ necessario mettere tutti sullo stesso piano superando la logica obsoleta e frustrante delle gerarchie, ed evitare quei compromessi che ledono la morale e il rigore per tenere alto il rispetto delle regole. Ma, su tutto, l’aspetto piu’ difficile e’ trovare equilibrio per essere un amico, un collega e il capo: governare una compagine allargata che conta giovani e senior, donne e uomini, un giapponese-un indiano-un materano-un fenomeno-un fuoriclasse o un’australiana, e’ il banco di prova per qualsiasi leader. Chi sa coniugare e mettere insieme le diverse identita’ e culture riesce a creare un gruppo che si muove come fa l’acqua in movimento: raggiunge in maniera naturale ogni spazio con velocita’, leggerenza, naturalezza, trasparenza e precisione. Un capo servizio dovra’ fare autocritica ogni giorno, perche’ non ha la fortuna di essere soggetto al giudizio di un superiore e quindi corre il rischio di smettere il suo percorso di crescita.

Guardare con ossessione e piglio critico la quotidianita’ del proprio mestiere e’ difficile e rischia di minare i rapporti, ma chi puo’ contare su un gruppo di amici fedeli e appassionati con cui condividere grandi obbiettivi sa che e’ l’unica via per scalare una vetta dopo l’altra. Difatti i piu’ raggiungo un traguardo importante, ma si fermano per festeggiare e farsi celebrare. Al mondo, poi, c’e’ uno sparuto numero di persone che non si accontentano e non si fermano mai; non ce la fanno a stare fermi, perche’ continuano a sognare ad occhi aperti, quindi vedono in ogni traguardo un’occasione imperdibile per ripartire verso nuove sfide. Queste persone sono magiche e speciali e compiono imprese eccezionali in modo normale.

Il segreto e’ ripartire dopo ogni successo con lo sguardo rivolto al futuro senza dimenticare il passato, la testa fra le nuvole e i piedi per terra.

Non ha importanza se bruci di passione per il teatro, la cucina, i motori, la cardiologia o il vino. Se ti piace da morire fare il cameriere e servire qualcuno, perche’ ti batte il cuore, se ti fa emozionare chi gode a tavola grazie ai tuoi servizi, allora hai fatto la scelta giusta.

Per quanto mi riguarda, ho lasciato Matera negli anni 90 e a detta dei piu’ partivo dal posto perfetto per fallire, ma avevo troppa voglia e troppa fame per darla vinta ai campioni della cultura del lamento. Non avrei mai immaginato quanto sarebbe stato difficile e appagante, ma bruciavo di passione e rinascevo ogni giorno, ed oggi mi rendo conto che dopo 25 anni amo il mio mestiere e servo qualcuno con la stessa attenzione e molta piu’ voglia di allora.

Vivo bene il mio tempo, mi faccio delle iniezioni di nostalgia nella dose opportuna, perche’ vedo che in troppi sono vittima dei ricordi e del passato, resto un inguaribile ottimista e sono convinto che nel mio futuro c’e’ solo e sempre futuro.

In uno dei momenti piu’ difficili della mia vita quel cartello pubblicitario inchiodato su un autobus che correva per le strade di Modena ha cambiato tutto: “se vuoi fare grandi cose devi pensare in grande”. Vale prima di tutto per le piccole cose e per la vita di tutti i giorni, in modo tale da permettere a questa idea di allagare e ossessionare tutta la vita.

Il nostro tempo e’ limitato: c’e’ chi irride chi sogna ad occhi aperti, e c’e’ chi si innamora, ci crede e ci prova; a voi la scelta!

Camerieri non si nasce. Camerieri si diventa!

Il mio plauso personale va a Pino Cesario, collega stimato, che negli ultimi tempi ha fatto passi da giganti ed e’ oggi un professionista a cui guardare con ammirazione e gratitudine.